giovedì 29 dicembre 2011

Un regalo inaspettato

I regali più belli sono quelli che non ti aspetti. Ed è strano come fra le tante cose che mi aspettavo succedessero in questi ultimi giorni dell'anno, e che non sono successe, la vita, il caso, la fortuna o chissà cosa pare abbia deciso di farmi un regalo.
Il fatto a mano pare sia diventato glam e se ne sono accorte anche le nostre riviste, sempre più attente a quello che succede in rete, a cogliere segnali di cambiamento. E potrebbe capitare allora che fra gli scintillii dell'alta moda e dei costosi prodotti delle grandi firme si possano far spazio timidamente anche le raffinatezze fatte a mano da artigiani appassionati. Ad esempio i miei orecchini rame, perle e argento...


Pubblicati su Grazia di questa settimana, che segnala il mio blog insieme ad un bellissimo sito, Made By Hand, che raccoglie piccoli film, curate e preziose testimonianze dell'artigianato in diverse forme.


Per me la più grande soddisfazione, insieme a vedere gli oggetti che creo indossati, è vedere le mie foto, fatte nel mio soggiorno con la mia normalissima macchinetta digitale, in un contesto tanto diverso e "professionale"... un'emozione.

martedì 27 dicembre 2011

Lana cardata e rame

Mettere insieme materiali diversi, consistenze diverse mi è sempre piaciuto. E' un po' come in cucina dove, oltre che il sapore e il profumo, anche la consistenza degli ingredienti che compongono i piatti ha una grande importanza. I gioielli moderni mi affascinano non solo per le forme ardite ma anche perchè spessissimo sono fatti di materiali strani, inconsueti, lontani dal mondo della gioelleria "tradizionale". E nel mio piccolo mi piace sperimentare con l'accostamento di materiali diversi, il morbido e il duro, il caldo e il freddo. La lana e il metallo.

                        Calle d'Abruzzo, lana infeltrita ad ago, rame.

La lana cardata utilizzata in questi orecchini è stata lavorata ad ago per infeltrirla, e poi inserita all'interno delle calle in rame. E' la lana d'Abruzzo, in purezza.


E in un'altra versione, la base di lana naturale infeltrita ad ago e decorata con pennellate di altra lana colorata. Un divertimento e un piacere lavorare questa lana!


domenica 25 dicembre 2011

Auguri!


martedì 20 dicembre 2011

Buttonmad, una storia di donne

Quando incontri storie come quella che vi racconto oggi cominci a credere veramente che anche una sola persona e il suo sogno possano fare la differenza, se non nel mondo intero almeno nella vita di molte altre persone.
Questa storia inizia nella cucina di Jennifer Pascall, a Johannesburg in Sudafrica, nel 1984. E quello che era un piccolo business fatto di bottoni in ceramica modellati la notte sul suo tavolo, nel corso degli anni è diventato una piccola azienda che da' lavoro a tante donne della comunità locale, persone che non avevano mai preso un pennello in mano, che sono state formate e adesso, orgogliosamente, danno vita a piccoli capolavori.



Oggi la Buttonmad crea bottoni in gres e ceramica e pendenti appositamente studiati per la creazione di bijoux, utilizzando materiali ecologici e processi produttivi sostenibili. I bottoni vengono poi venduti in gruppi, elegantemente presentati su cartoncino corrugato. Ogni pezzo è interamente lavorato a mano e la qualità si percepisce a prima vista. E al primo tocco.
Ho acquistato il mio cuore Buttonmad alla Fiera di Vicenza, dove ho finalmente conosciuto Alessio, la persona che ha creduto in questo prodotto d'eccellenza e ha pensato di portarlo in Italia. Ho creato una collana partendo da quella forma e riproducendola anche in rame. Insieme, a riprendere il bellissimo colore del pendente, ho usato delle rondelle di acquamarina e dei links inconsueti.


E questo è il "retro", giusto per farvi vedere quanta cura c'è in ognuno di questi pezzi. Questo cuore è reversibile!

mercoledì 14 dicembre 2011

Rame, perle e argento

Me li avete visti usare spesso ultimamente e preferibilmente insieme. Per quanto ami il rame e il suo colore, specie patinato a dovere, ancora di più mi intriga la possibilità di usare materiali diversi all'interno dello stesso progetto, e l'argento e le perle regalano al rame quel tocco di luce in più che gli manca, impreziosendolo.
E quando si tratta di oggetti che realizzo con una tecnica impegnativa come il fold forming, che richiede tempo, perizia e pazienza, nonchè un discreto numero di martellate!, trovo indispensabile finirli con un materiale più prezioso.


Questi orecchini hanno la parte in rame forgiata in una forma classica che si può ottenere con la tecnica del fold forming, cioè la forma a barchetta o a mezza luna. Senza il fold forming questa forma si può ottenere soltanto saldando due pezzi insieme, e questa è la magia di questa tecnica che me la fa amare così tanto!


All'interno ho inserito delle perle di fiume di forma irregolare, e poi ho usato l'argento 925 per le rifiniture. E il gancetto è stato realizzato a partire dal semplice filo creando la pallina ad un'estremità.
Gli orecchini li ho portati in fiera e sono stati adottati praticamente subito! Perciò tocca rifare qualcosa del genere, perché il momento in cui li ho finiti circa due mesi fa è stato uno di quei miei momenti che definirei estatici, che sicuramente molte di voi conosceranno, quei momenti in cui ti riesce bene qualcosa, crei qualcosa di bello, che ti soddisfa in pieno e vorresti gridarlo al mondo. In quei momenti io di mio ballerei e salterei per casa (si, lo so... scenette poco edificanti ma liberatorie) , ma non avendo nessuno con cui condividere queste mie gioie creative mi capita di dovermi tenere dentro queste emozioni. Ma quello che si prova quando si riesce a dar vita a qualcosa che ami è troppo bello, e questi orecchini sono tra gli oggetti che ho amato di più di quest'ultimo periodo.

mercoledì 7 dicembre 2011

A me l'albero flessibile!

E voi direte: ma che è l'albero flessibile??

Bene, trattasi di un complemento praticamente indispensabile per lavorare col Dremel, se si ha in mente di eseguire dei lavori di precisione e dettaglio, soprattutto su piccoli pezzi, come facciamo noi che magari in più abbiamo mani piccole che non potrebbero reggere il peso del nostro Dremel ottenendo anche precisione e pulizia nei movimenti. Attraverso l'albero flessibile il motore trasmette il movimento ad una piccola e maneggevole impugnatura, che possiamo tenere in mano e utilizzare come se fosse una penna.
Mi è stato chiesto prima di partecipare alla fiera se consigliavo l'uso dell'albero flessibile, perché pare che qualcuno dica che si sforzi il motore se lo si usa. Io lo uso sempre, da più di un anno. Senza sicuramente non avrei potuto lavorare. La cosa fondamentale per utilizzarlo è che il motore, il vostro multiutensile Dremel, stia sempre in alto, appeso all'apposito sostegno. Infatti il braccio dell'albero non deve piegarsi oltre una certa curva, perché a quel punto si che non funzionerebbe correttamente sforzando il motore.

La mia storia d'amore con l'albero flessibile negli scatti fatti in fiera dalla mia fotografa ufficiale!


In questa pagina si può vedere molto bene come montare l'albero flessibile e come usarlo correttamente:
http://www.dremeleurope.com/it/it/video-materiali-da-scaricare/filmati-di-training/complementi/complementi.html

lunedì 5 dicembre 2011

Un ciondolo, per non dimenticare

Avete letto, sentito i miei stati d'animo mentre mi preparavo a quello che sicuramente per me è stato un momento importantissimo, al quale avrei voluto arrivare al meglio, dando il cento per cento, e al quale invece sono arrivata attraverso un periodo difficile e doloroso.
Mentre lavoravo ai pezzi che avrei portato con me a rappresentare il mio lavoro ho sentito, come spesso mi capita, l'esigenza di tirare fuori i miei sentimenti e le mie emozioni. Mi ripeto sempre quanto sono fortunata ad avere questa valvola di sfogo per quello che provo, anche se non sempre è facile o immediato. Così, mentre il mio tavolo era un caos totale, e in giro avevo tante cose iniziate da portare a termine e non riuscivo a lavorare, ho ripensato ad una conversazione, uno di quei piccoli input che ti tieni dentro a volte anche per mesi, e dentro di me si è scatenato tutto. Un pezzo di lamina, il martello, la morsa, senza sapere dove andavano le mie mani, quasi senza vedere. E mentre piegavo, rompevo, piangevo, martellavo, veniva fuori quello che è dentro di me, il mio cuore aperto e spezzato. Il metallo aperto come una ferita.


Quelle ore sono state una rivelazione. Perchè se è bello e gratificante poter trasferire le emozioni belle e positive dentro ad un oggetto, non avevo idea di cosa volesse dire portarvi dentro tutto il mio dolore e la mia rabbia. Potesse pulsare quel pezzo di metallo, potesse respirare... Non dimenticherò, non voglio dimenticare, cosa è stato modellare quel pezzo di rame e poi, alla fine, tenerlo in mano. Una sensazione dolorosa ma stranamente confortante.
Ma questo pezzo di rame doveva ancora essere tradotto in qualcosa di portabile, qualcosa che potessi indossare sempre, per non dimenticare. Il mio amato rame dalle sfumature calde, come calda era la mia rabbia e le mie lacrime, volevo che avesse anche qualcosa di freddo e prezioso incastonato all'interno, come la determinazione che sto cercando, e la fermezza che mi manca.


L'ho finito con l'argento, con la luce fredda di quattro rivetti e di una sottile catenina. E poi ho voluto anche che mi parlasse, che mi parlasse non solo con la sua forma, non solo con il suo significato.


Ho inciso sul retro il senso che ha per me. Per non dimenticare mai cosa è il dolore. Cosa è la perdita. Cosa è la stupidità. Cosa sono le illusioni. Poi l'ho preso tra le mani, questo simbolo pagano della mia stupida avventura umana. Lo indosso sulla pelle e sapere che è lì mi ricorda che per chissà quale magia o dono del destino sono capace anche di questo. E non solo di sbagliare.